etice terapie complementari

Esplorando le risorse nascoste: Un’intervista rivoluzionaria con Adriano Longhi.

Oggi approfondiamo l’affascinante mondo delle terapie complementari intervistando Adriano Longhi, terapista complementare specializzato in Medicina Tradizionale Cinese e Agopuntura, Shiatsu e Moxibustione.

“Buonasera, Adriano. Grazie per essere con noi. Avremo alcune domande da farle. Potrebbe presentarsi brevemente e spiegarci quali sono i suoi servizi?”

Mi affaccio al mondo olistico nel 2009, nel 2011 ho iniziato il mio percorso come terapista Shiatsu, una decisione che ha plasmato la mia carriera e il mio approccio alla cura olistica. Mi sono diplomato presso la scuola Medico Tecnico di Lugano ed ho ottenuto nel 2014 la qualifica di terapista complementare e nel 2016 come massaggiatore Cantonale.

Dopo circa tre anni dall’ottenimento della qualifica, ho aperto il mio studio avendo il riconoscimento dalle casse malati complementari (LCA), un luogo dove ho focalizzato la mia attenzione su pratiche come lo Shiatsu e il massaggio classico. Durante il mio primo anno di attività, ho avvertito la necessità di ampliare le mie competenze e, di conseguenza, ho ripreso gli studi presso la scuola Tao di Lugano per intraprendere il percorso di agopuntura.

Attualmente gestisco tre studi che servono diverse comunità. Il primo, situato a Caslano all’interno di Medicentro Lema, offre orari flessibili per adattarsi alle esigenze dei pazienti. Il secondo è collocato presso il centro sportivo Ars Medica, mentre il terzo è il mio studio privato a Manno. Inoltre, collaboro con l’associazione Il Triangolo per il paziente oncologico.

Le mie principali aree di specializzazione sono l’Agopuntura e lo Shiatsu.

Cosa rappresenta l’etica per lei?

Nel mondo della terapia complementare, l’etica svolge un ruolo fondamentale, agendo come guida sia nella vita privata che in quella professionale. Come terapeuti complementari, ci troviamo spesso a navigare tra una molteplicità di sfaccettature umane, unendo il rispetto del prossimo a una profonda comprensione di noi stessi.

I pilastri dell’etica terapeutica sono solidi: il rispetto del prossimo, di noi stessi e la consapevolezza dei limiti delle nostre azioni. In questo contesto, la capacità di discernere ciò che è giusto e sbagliato diventa cruciale. Ogni paziente è un individuo unico, con sfaccettature corporee, religiose, sociali ed emotive. Il terapeuta complementare si trova ad affrontare responsabilità importanti, senza necessariamente rivendicare un ruolo superiore a quello dei medici tradizionali.

L’ascolto attento è il cuore di questo lavoro. Rispetto ai medici, siamo spesso in grado di esplorare aspetti più ampi della vita del paziente, considerando tutte le sue debolezze e i suoi punti di forza. Questo approccio a 360° è essenziale, e la nostra etica richiede una consapevolezza profonda delle responsabilità che comporta.

La mia esperienza professionale ha dimostrato che, nel mondo della terapia complementare, l’etica e la responsabilità giocano un ruolo fondamentale. Questo approccio etico è ancor più rilevante dato che operiamo in un contesto dove il passaparola e la reputazione personale sono la nostra principale forma di pubblicità.

Come utilizza queste risorse, etica e responsabilità, nella sua pratica professionale?

Nella mia pratica professionale, l’etica è una risorsa fondamentale. Non è un impegno quotidiano, ma quasi. Mi connetto con la mia interiorità durante le sessioni terapeutiche, coltivando un senso di centratura. Questa pratica mi consente di immergermi completamente nella situazione del paziente, comprenderne le sfumature senza cadere nell’empatia e mantenendo una distanza professionale.

Sottolineo l’importanza di evitare l’impazienza e di conservare un equilibrio tra coinvolgimento emotivo e distacco professionale, utilizzando l’etica come guida e la consapevolezza come risorsa. Mantenere il giusto distacco è fondamentale per offrire un servizio di qualità. Lavorare su di me è una risorsa, poiché mi consente di comprendere appieno chi sono prima di estendere il mio sguardo al paziente di fronte a me.

Questo approccio riflette l’arte della consapevolezza, guidata dall’etica, nella mia pratica terapeutica, riconoscendo la necessità di un costante autoesame per migliorare la qualità del servizio offerto. La mia dedizione a questa filosofia si riflette non solo nella mia carriera, ma nell’impatto positivo che ha sulla vita dei miei pazienti.

Quali caratteristiche distintive o risorse riscontra nei pazienti che si rivolgono alla sua pratica terapeutica? Esistono risorse specifiche che emergono frequentemente?

I pazienti che scelgono il mio percorso terapeutico spesso lo fanno perché hanno sentito parlare di me, non attraverso una pubblicità invasiva, ma piuttosto per le particolarità che posso offrire come terapista. Un aspetto che colpisce in molti di loro è l’esaurimento di ogni tentativo convenzionale, portandoli a cercare risorse aggiuntive attraverso le terapie complementari, per superare meccanismi difficili. Inoltre, mi colpisce la loro apertura mentale e la volontà di esplorare approcci non convenzionali per migliorare il loro benessere. Questa apertura crea una base solida per il nostro lavoro insieme, e trovo che, come professionista, la reciprocità di questa interazione contribuisca a creare un ambiente terapeutico positivo e collaborativo. 

In che modo la rete rappresenta una risorsa cruciale nella sua pratica terapeutica, considerando le limitazioni nella pubblicità per i terapisti? 

Indubbiamente, la rete rappresenta un elemento cruciale nella mia pratica terapeutica. Nonostante le sfide derivanti dalle restrizioni pubblicitarie per i terapisti, la costruzione di una rete solida e autentica attraverso il passaparola è diventata un fondamento essenziale per la mia visibilità professionale. Inizialmente, ho consolidato la clientela tramite visite domiciliari, successivamente ottimizzando la pratica negli studi. Mantengo una connessione preziosa con i pazienti a domicilio, soprattutto quelli affetti da malattie gravi. La collaborazione con l’Associazione Il Triangolo per le Cure Palliative arricchisce ulteriormente la mia pratica, intervenendo in situazioni complesse, come il controllo del dolore e il trattamento di ferite e piaghe. La rete si sviluppa attraverso l’etica, la competenza e il costante impegno.

Come valuta il supporto legislativo offerto dal Cantone nella sua professione di terapista complementare?

Devo dire che il Cantone ha compiuto passi significativi nella regolamentazione delle figure nell’ambito della terapia complementare, come ad esempio guaritori e terapisti. Questo intervento ha conferito una forza notevole alla nostra professione. Osservo che con l’evolversi delle leggi e la formazione avanzata, le competenze dei terapisti complementari stanno raggiungendo livelli elevati. Questo è essenziale per la creazione di una medicina integrata, unendo terapie complementari alla medicina occidentale. La nostra preparazione è ora di alto livello, rendendoci professionisti preparati su vari fronti. Diventiamo gli ‘occhi e le mani’ estesi dei medici, in grado di individuare problematiche e, a volte, contribuire a segnalare situazioni sospette meritevoli di maggiori indagini. Nel giro di pochi anni, i terapisti complementari saranno riconosciuti come figure professionali consolidate. Questa trasformazione è essenziale e stiamo progredendo costantemente verso un miglioramento.

“Ringraziamo il Signor Longhi Adriano per la sua testimonianza e la condivisione delle risorse che arricchiscono la pratica terapeutica complementare. L’evoluzione professionale, sostenuta dal Cantone, dalla Federazione e dall’impegno nella formazione, getta le basi per un futuro promettente. La sua dedizione nell’offrire cure, inclusa la collaborazione con l’Associazione Il Triangolo, è un esempio di impegno professionale. Auguriamo a lei successo continuo nell’uso sagace di queste risorse. Grazie ancora e arrivederci.”

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